Cos’è il Coaching Ontologico Trasformazionale?

Il modello ontologico trasformazionale ha radici teoriche profonde: nasce dall’incontro tra la filosofia costruttivista, la filosofia del linguaggio e la biologia della conoscenza.
Inizialmente strutturato da Fernando Flores, è stato poi arricchito e sviluppato da grandi maestri del coaching contemporaneo come Rafael Echeverría e Julio Olalla.

Cosa significa “ontologico”?

“Ontologico” deriva dal termine ontologia, ovvero “studio dell’essere”. Questo tipo di coaching non si limita a migliorare cosa facciamo, ma esplora da dove nascono le nostre azioni: le convinzioni, il modo in cui vediamo noi stessi, gli altri e il mondo.
In altre parole, lavora su chi siamo come osservatori della realtà, perché è da lì che origina il nostro agire.

La realtà non è oggettiva: ognuno crea la propria visione del mondo

Il coaching ontologico parte da un presupposto potente: non esiste una realtà unica, oggettiva e immutabile, ma ognuno di noi costruisce la propria interpretazione del mondo attraverso l’esperienza, le emozioni, i pensieri, i significati.
Siamo tutti osservatori differenti della realtà, e proprio per questo possiamo diventare osservatori nuovi di noi stessi e delle situazioni che viviamo.

Il linguaggio come strumento di trasformazione

Il cuore di questo modello è il linguaggio: non solo come strumento di comunicazione, ma come atto generativo.
Come sosteneva il filosofo Martin Buber, l’essere umano è dialogo: si definisce attraverso le conversazioni che intrattiene con gli altri e con sé stesso.

Con le parole non descriviamo soltanto, ma creiamo: nuove relazioni, nuovi significati, nuove realtà.
Il linguaggio ci permette di comprendere chi siamo, cosa desideriamo, cosa ci ferisce e soprattutto… come possiamo evolvere.

Gli atti linguistici fondamentali

Nel coaching ontologico riconosciamo diversi “atti linguistici”, che ogni giorno compiamo spesso in modo inconsapevole:

  • Affermazioni: fatti osservabili e verificabili, ciò che è accaduto.
  • Giudizi: opinioni personali non fondate su fatti, ma su interpretazioni.
  • Dichiarazioni: enunciati che creano nuove realtà, come un “mi impegno”, o un “basta”.
  • Richieste: ciò che chiediamo alla vita o agli altri.
  • Offerte: ciò che siamo disposti a dare, promettere, realizzare.

Attraverso queste forme linguistiche, costruiamo (o limitiamo) la nostra esperienza quotidiana.

Trasformare l’osservatore per generare nuovi risultati

Uno degli obiettivi principali del coaching ontologico trasformazionale è trasformare il tipo di osservatore che siamo.
Finché manteniamo lo stesso sguardo sul mondo, continueremo ad agire nello stesso modo e ad ottenere gli stessi risultati.

La trasformazione avviene quando iniziamo a distinguere i fatti dalle opinioni, a rivedere le nostre convinzioni, a dare nuovi significati a ciò che ci accade.
In questo spazio si aprono nuove possibilità d’azione, nuovi futuri, nuove strade.

Dal presente al futuro: il coaching come ponte

Il coach accompagna il coachee a esplorare la situazione attuale – quella che oggi genera insoddisfazione – e a proiettarsi verso la situazione desiderata.
Lo fa attraverso l’ascolto profondo, domande potenti e la facilitazione di un dialogo trasformativo che mette in luce:

  • il modo in cui il coachee sta interpretando la sua realtà;
  • le convinzioni limitanti che ostacolano il cambiamento;
  • le nuove azioni possibili da generare con dichiarazioni, richieste e impegni consapevoli.

Il tempo futuro è fondamentale: non perché vada previsto, ma perché orienta le azioni nel presente.
Pensare al futuro ci permette di agire ora, di modificare il presente e di liberarci dal peso del passato.

Impegno, responsabilità, azione

Come scriveva Shearson Lehman:

“L’impegno è ciò che trasforma una promessa in realtà. È l’azione che parla più forte delle parole.”

Il coaching è un patto tra coach e coachee, ma il protagonista del cambiamento è sempre la persona che decide di intraprendere questo percorso.
Il coachee è chiamato a prendersi la responsabilità della propria trasformazione: riconoscere ciò che può cambiare, attivare le proprie risorse, e mettersi in gioco con coraggio.


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Sarà uno spazio tutto per te, per conoscerci, chiarire i tuoi dubbi e comprendere se questo approccio può accompagnarti nel cambiamento che desideri.